Negli ultimi anni, il turismo si tinge sempre più di verde. Le proposte che promettono viaggi sostenibili, soggiorni a basso impatto e vacanze “green” sono presenti ormai ovunque, dalle agenzie ai portali online. L’idea piace e convince: vivere un’esperienza autentica, a contatto con la natura, senza danneggiare l’ambiente. Non sempre, però, dietro gli slogan come “green”, a “impatto 0” o “eco-friendly” si celano comportamenti coerenti. In molti casi, si tratta di greenwashing: una strategia di marketing che richiama i valori della sostenibilità ma li utilizza in modo scorretto, generando aspettative ingannevoli e minando la fiducia di chi sceglie con consapevolezza. Per questo diventa cruciale che i consumatori siano in grado di riconoscere eventuali pratiche sleali e conoscano i propri diritti.
Quando il verde è solo marketing: il greenwashing nel turismo
Il greenwashing consiste nel presentare un prodotto, un servizio o un’attività come ecologicamente sostenibile, senza che vi siano reali azioni a supporto di tali dichiarazioni. Nel settore turistico, si manifesta con promesse di sostenibilità prive di fondamento, spesso costruite su slogan generici, simboli di colore verde e affermazioni vaghe che possono trarre in inganno il consumatore.
Ecco alcuni esempi concreti:
- Hotel con certificazioni non verificate: alcune strutture si definiscono “eco-resort” semplicemente per avere installato pannelli solari o per usare saponi biodegradabili, ma continuano ad avere pratiche altamente impattanti, come il consumo eccessivo di acqua o l’utilizzo di materiali usa e getta in plastica.
In alcuni casi, le certificazioni vantate non sono rilasciate da organismi indipendenti, ma create ad hoc per scopi promozionali.
- Pacchetti viaggio con attività dannose per l’ambiente: tour che si presentano come “esperienze nella natura” possono includere safari con veicoli inquinanti, escursioni in aree protette senza rispetto delle normative ambientali, oppure visite in strutture che sfruttano animali selvatici a fini turistici, come accade nei casi documentati da organizzazioni internazionali in Thailandia, Sudafrica e Indonesia.
- Compagnie aeree e crociere: diverse compagnie pubblicizzano politiche ambientali virtuose, ma continuano a operare con modelli ad alta emissione di gas nocivi, senza un reale impegno nella riduzione dell’impatto ambientale. Alcuni operatori offrono “viaggi verdi” che includono voli intercontinentali e crociere di lusso, attività tra le più impattanti in assoluto.
Un esempio emblematico è quello denunciato da Transport & Environment, un’organizzazione europea impegnata nella mobilità sostenibile, che nel 2023 ha evidenziato come alcune compagnie pubblicizzassero carburanti “puliti” per i voli, quando in realtà solo una minima parte del carburante utilizzato era sostenibile, e comunque non sufficiente a compensare l’impatto complessivo.
I diritti dei consumatori e gli strumenti per tutelarsi
Nel contesto italiano, la normativa europea si affianca alle tutele già previste dal Codice del Consumo (D.lgs. 206/2005), che vieta qualsiasi pratica commerciale ingannevole, in particolare quando incide sulle scelte economiche del consumatore. Se un viaggio viene acquistato sulla base di affermazioni ambientali risultate poi non veritiere, il cittadino può presentare un reclamo formale e richiedere il risarcimento o il rimborso.
Per orientarsi tra le offerte del mercato e distinguere quelle affidabili, è importante fare riferimento a certificazioni serie e riconosciute a livello internazionale, come:
- EU Ecolabel: marchio ufficiale dell’Unione Europea;
- Travelife: programma di certificazione per tour operator e agenzie;
- Green Globe: standard globale per la gestione sostenibile nel turismo;
- GSTC (Global Sustainable Tourism Council): Ente che definisce i criteri internazionali per la sostenibilità turistica.
Inoltre, è sempre consigliabile consultare fonti indipendenti, come ONG ambientaliste, guide etiche e siti di recensioni verificati, per valutare l’affidabilità dell’esperienza proposta.
Come viaggiare in modo consapevole
Per evitare di cadere vittima del greenwashing, il consumatore può adottare alcune semplici ma efficaci precauzioni:
- Informarsi sulle certificazioni e verificare che siano rilasciate da enti indipendenti;
- Chiedere trasparenza a tour operator e strutture su pratiche ambientali concrete;
- Analizzare l’intero viaggio, valutando mezzi di trasporto, tipologie di alloggio e attività proposte;
- Evitare promozioni vaghe, prive di dati, sigilli ufficiali o riferimenti chiari;
- Preferire realtà locali che investono realmente nella salvaguardia dell’ambiente e nella valorizzazione del territorio.
Il consiglio di Udicon: viaggiare informati è il primo passo per un turismo davvero sostenibile
Per evitare di cadere vittime di marketing ingannevole, Udicon invita tutti i consumatori a informarsi in modo critico prima di scegliere un viaggio “green”. Diffidare dalle promesse generiche, chiedere prove concrete di sostenibilità e conoscere i propri diritti sono strumenti fondamentali per un turismo più trasparente e rispettoso. Se hai dubbi o hai subito una pratica scorretta, non esitare a contattarci: Udicon è al fianco dei cittadini per tutelare i loro diritti anche in vacanza.
Fonte: Transportenvironment
Foto: Canva