Prezzi nascosti? La Cassazione dice no: devono essere ben visibili su ogni prodotto

9 Giugno 2025 | Acquisti, Commercio, Consumatori, Curiosità, Non solo consumatori

La Corte di Cassazione torna a occuparsi del diritto del consumatore all’informazione trasparente e lo fa con una pronuncia netta. Con la recente sentenza n.14826/2025, i giudici chiariscono che il prezzo di vendita dei prodotti esposti al pubblico deve essere immediatamente visibile e leggibile: se è collocato in punti nascosti, come tasche, zip o pieghe interne, non risponde ai requisiti di legge.

Il caso: cartellini dentro borse e vestiti

La Corte di Cassazione si è pronunciata in merito ad un ricorso per una multa di oltre mille euro, inflitta dalla Guardia di Finanza a una nota casa di moda, poiché i prezzi dei prodotti in vetrina e all’interno del negozio seppure presenti, erano inseriti nei capi o nelle borse in modo poco visibile. Il Giudice di Pace aveva accolto il ricorso della maison, ritenendo che la semplice presenza del cartellino, seppur all’interno del capo, fosse requisito sufficiente. Il Tribunale e, infine la Cassazione, hanno invece ribaltato questa posizione: non è accettabile che il consumatore debba cercare il prezzo tra le pieghe del capo, dentro le tasche o in una zip.

Prezzo visibile e leggibile: non sono la stessa cosa ma devono coesistere

I giudici della Suprema Corte hanno chiarito che “leggibilità” e “visibilità”  del prezzo sono requisiti essenziali, che non devono coincidere ma coesistere. Un cartellino può anche essere stampato con caratteri leggibili, se è nascosto, però, non soddisfa il requisito della trasparenza. Soprattutto nella vendita a “libero servizio”, dove il cliente sceglie e preleva il prodotto autonomamente, il prezzo deve essere immediatamente visibile, senza manipolazioni o ricerche.

Non conta cosa si vende ma come si espone

La maison in questione aveva sostenuto che nel settore della moda non è consuetudine esporre i prezzi in evidenza, preferendo puntare su fattori come brand, estetica e presentazione. La Corte ha rigettato questa impostazione, richiamandosi alla normativa vigente: non conta il tipo di prodotto, ma le modalità con cui viene comunicato il prezzo. Il diritto del consumatore a conoscere chiaramente quanto sta per acquistare prevale su ogni strategia commerciale. L’obbligo di indicare il prezzo in modo leggibile e visibile non è una formalità, ma una garanzia di trasparenza e correttezza. Udicon ricorda che ogni consumatore ha diritto a informazioni chiare, immediate e senza ostacoli.

Per maggiori approfondimenti, potete consultare la sentenza della Cassazione.

Foto: Pexels 

Fonte: Il Sole 24 ore;