Ogni anno, ARERA – l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente – presenta la sua Relazione annuale per raccontare lo stato di salute dei servizi essenziali: elettricità, gas, acqua, rifiuti e telecalore. E ogni anno, quella relazione è un’occasione per capire come stanno davvero le cose. Non solo nei numeri, ma nella vita quotidiana dei cittadini.
La Relazione 2025 è ancora più significativa. Vediamo allora, in parole semplici, cosa ci dice questo documento e perché dovrebbe interessare da vicino ogni famiglia italiana.
Elettricità: addio alla “maggior tutela” e bollette ancora alte
Dal 1° luglio 2024, per milioni di famiglie è cambiato tutto: è finito il cosiddetto servizio di “maggior tutela” e molti sono passati automaticamente al nuovo sistema chiamato Tutele Graduali. Altri hanno scelto un’offerta del mercato libero. Secondo ARERA, più della metà delle famiglie italiane ha ora un contratto a prezzo fisso, ma resta forte la quota di chi ha un’offerta variabile. Il passaggio al mercato libero ha spinto tanti a cambiare fornitore: il 23,8% delle famiglie ha fatto “switching”, ovvero ha cambiato contratto almeno una volta nell’anno.
Buone notizie? I prezzi dell’elettricità sono scesi dell’8%. Ma attenzione: in bolletta si paga ancora troppo per oneri e tasse. Risultato? L’Italia è il secondo Paese più caro in Europa, dopo la Germania. E il confronto con Francia e Spagna resta sfavorevole.
Gas: consumi stabili, ma l’Europa importa meno
Sul fronte del gas, i consumi in Italia sono tornati a salire leggermente (+0,6%), ma l’Unione Europea ha ridotto le importazioni, sia via gasdotto che con il gas liquefatto (GNL). Le scorte a fine inverno erano molto più basse rispetto all’anno precedente. La buona notizia è che i prezzi sono calati: -15% circa. Ma il contesto resta fragile e dipendente da fattori esterni come guerre, dazi e crisi geopolitiche.
Acqua e clima: la sfida del cambiamento passa anche da qui
Se c’è un settore che ci mostra chiaramente quanto il clima stia cambiando, è quello dell’acqua. Siccità, alluvioni, fognature sotto pressione, invasi da ristrutturare: sono tutti segnali che non possiamo più ignorare. ARERA ha messo al centro la parola “resilienza”: ha introdotto un nuovo indicatore ambientale, chiamato M0, per misurare se i territori hanno abbastanza acqua rispetto alla domanda. Uno strumento che serve anche a programmare meglio gli investimenti.
E qui arriva una verità scomoda, ma necessaria: per affrontare questi cambiamenti servono opere, e le opere si finanziano. Per questo, nei prossimi anni, la tariffa idrica potrebbe diventare uno degli strumenti principali per sostenere gli investimenti – sempre però nel rispetto dell’equità sociale e territoriale.
Rifiuti: nasce il bonus TARI, ma resta un sistema troppo frammentato
Dal 2024 esiste anche il bonus rifiuti: uno sconto del 25% sulla TARI per le famiglie in difficoltà economica. Un passo avanti importante, anche se l’applicazione non è stata semplice. Molti Comuni hanno avuto difficoltà a recepire la novità in tempi utili. Ma il problema più grande è un altro: l’enorme frammentazione nella gestione del servizio. In Italia ci sono oltre 3.000 enti che si occupano di rifiuti, molti dei quali sono singoli Comuni. Questo rende difficile una programmazione seria, specie per la costruzione degli impianti o per il miglioramento della raccolta differenziata. ARERA comunica che sta lavorando al nuovo metodo tariffario, che entrerà in vigore dal 2026. L’obiettivo è duplice: premiare l’efficienza e far capire ai cittadini quanto pesano davvero i loro comportamenti sulla bolletta.
Bonus sociali: meno aiuti, ma più consapevolezza
Con il ritorno alle soglie ISEE pre-crisi, il numero di famiglie che ha ricevuto il bonus sociale (luce e gas) è sceso del 40%. Ma i bonus per disagio fisico sono aumentati (+16%), segno che le persone cominciano a conoscerli e a farne richiesta. Il totale degli aiuti erogati nel 2024 è stato di circa 453 milioni di euro.
Conciliazione e reclami: quando i cittadini si fanno valere
Nel 2024, il Servizio Conciliazione di ARERA ha ricevuto più di 34.000 richieste, permettendo il recupero complessivo di 21 milioni di euro per i consumatori. Non solo rimborsi: si tratta anche di rettifiche, indennizzi e storni di bollette errate. Lo strumento della conciliazione si conferma utile e sempre più conosciuto, anche se il tasso di accordo tra consumatori e aziende è sceso dal 70% al 63%.
I servizi pubblici italiani sono in trasformazione. Si investe di più, ma ci sono ancora differenze forti tra territori. I prezzi sono in discesa, ma le tasse frenano i benefici. E se la fine della tutela nel mercato elettrico segna una svolta, resta essenziale in futuro aiutare i cittadini a orientarsi con chiarezza e consapevolezza.
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