Roma, 30/7/2025 – “L’istruttoria Antitrust conferma quanto abbiamo denunciato più volte. Un colosso come Meta non può integrare un servizio di AI su WhatsApp senza che gli utenti lo abbiano espressamente richiesto, sfruttando una posizione dominante per indirizzare le scelte dei consumatori”, dichiara Martina Donini, Presidente nazionale Udicon.
“Ci sono due livelli di preoccupazione. Da un lato le modalità con cui Meta impone l’uso della propria AI, integrandola nell’app e rendendola molto visibile all’utente. Dall’altro, l’accumulo di dati e interazioni che rischia di generare una vera e propria dipendenza dagli algoritmi dell’azienda, riducendo la concorrenza e limitando la libertà di scelta dell’utente”, prosegue Donini.
“Abbiamo già segnalato i rischi legati all’utilizzo dei dati personali da parte di Meta per addestrare l’AI, sollevando dubbi su privacy, controllo effettivo delle informazioni e profilazione non trasparente. Ma la questione è più ampia perché è in gioco la libertà di scelta dei consumatori, messa a rischio da ecosistemi digitali sempre più chiusi, dove i grandi player tentano di avviluppare gli utenti in una rete di servizi proprietari, rendendo difficile ogni alternativa. Ora è fondamentale che le istituzioni europee e nazionali vigilino affinché i diritti non vengano sacrificati in nome dello sviluppo tecnologico”, conclude Donini.