Antitrust vs Shein, Udicon: “Senza un marchio europeo, armi spuntate contro il greenwashing”

5 Agosto 2025 | Acquisti, Ambiente, Antitrust, Commercio, Comunicati Stampa, Mondo digitale, Sostenibilità

“Non basta scrivere “circolare”, “responsabile”, “ecosostenibile”. Se un sito è progettato per spingere il consumatore all’acquisto compulsivo e vende migliaia di capi al giorno a pochi euro, parlare di sostenibilità diventa solo una trovata pubblicitaria e la narrazione “green” ha una funzione più estetica che sostanziale”, così Martina Donini, Presidente nazionale Udicon, commenta il provvedimento dell’AGCM, che ha inflitto una sanzione a Shein per pubblicità ingannevole sull’impatto ambientale.

“L’Antitrust ha affermato che alcuni claim presenti in alcune sezioni del sito sono stati vaghi, autoreferenziali e privi di dati chiari e verificabili per il consumatore. Le informazioni erano accessibili tramite icone o pop-up, mentre i capi etichettati come “green” contenevano percentuali ridotte di materiali sostenibili, senza alcuna trasparenza sulle caratteristiche ambientali reali”, continua Donini.

“Serve un intervento normativo dell’Ue sulla sostenibilità, che comprenda anche l’e-commerce. I siti devono dire prima e chiaramente cosa c’è dentro i prodotti, quanto valgono davvero i claim ambientali e quanto incidono le promesse “verdi” sulla produzione reale. Non possiamo combattere singolarmente giganti globali del commercio digitale. Servono strumenti comuni, regole stringenti e un marchio ambientale europeo, pubblico e accessibile, che dica chiaramente quanto è sostenibile un capo, soprattutto nei marketplace. O si cambia rotta o continueremo a combattere il greenwashing con armi spuntate”, ha concluso Donini.

Leggi il comunicato di AGCM