Truffe digitali: come cambiano le frodi sui pagamenti online secondo Bankitalia

28 Agosto 2025 | Acquisti, Commercio, Consumatori, Mondo digitale, Mondo digitale, Non solo consumatori, Privacy e Cybersicurezza

Nel secondo semestre del 2024, gli italiani sono stati truffati per quasi 110 milioni di euro. A renderlo noto è la Banca d’Italia, che ha pubblicato un nuovo Rapporto sulle operazioni di pagamento fraudolente. Il documento analizza i pagamenti digitali (bonifici, carte, prepagate e prelievi da bancomat), riportando dove e come si annidano le truffe più comuni. Anche se i numeri sembrano piccoli rispetto al volume totale delle transazioni, il fenomeno resta insidioso e in crescita.

Ecco di cosa parla il rapporto, spiegato in parole semplici.

I bonifici? I più rischiosi in termini di importo

Nel periodo analizzato, il metodo di pagamento più colpito in valore economico è stato il bonifico, con 65,5 milioni di euro frodati, in aumento del 61% rispetto all’anno precedente. Seguono le carte di pagamento (34 milioni, in calo del 20%) e la moneta elettronica, cioè soprattutto le prepagate (9 milioni, -36%).

A colpire è anche il dato sull’importo medio delle truffe:

  • Bonifici ordinari: 5.864 euro
  • Bonifici istantanei: 1.666 euro
  • Carte: 87 euro
  • Moneta elettronica: 45 euro
  • Prelievi da ATM: 471 euro

In altre parole, chi viene truffato tramite bonifico perde molto di più rispetto a chi subisce una frode con carta o prepagata.

Le carte sono lo strumento più usato dai truffatori

Se guardiamo al numero di operazioni fraudolente, invece, vincono le carte di pagamento, con oltre 386 mila casi, pari a più del 70% di tutte le frodi rilevate. I bonifici seguono con 25.600 casi, ma con un’impennata del +90%.

Le truffe crescono soprattutto online (ma migliorano)

Le frodi avvengono soprattutto a distanza, cioè tramite e-commerce o pagamenti online. Ma c’è una buona notizia. Il divario tra pagamenti online e pagamenti in negozio si è ridotto, segno che alcune misure di sicurezza stanno funzionando. Attenzione anche alle operazioni estere: le frodi transfrontaliere (fuori dallo Spazio Economico Europeo) sono molto più frequenti rispetto a quelle all’interno dei confini nazionali, soprattutto con carte e prepagate.

La truffa più insidiosa? Quella con il tuo consenso

Il Rapporto segnala un aumento delle truffe dette da “manipolazione del pagatore”. Cosa vuol dire? Che i truffatori riescono a convincere la vittima a disporre volontariamente un pagamento, spesso tramite telefonate false, email ben fatte, SMS camuffati o siti web fasulli.

Queste truffe sono difficilissime da contrastare perché l’utente autorizza consapevolmente il pagamento, pur non sapendo di stare dando i soldi a un malintenzionato. Il problema? Non scatta il rimborso automatico, come invece succede con le frodi “non autorizzate”, tipo clonazioni o furti di carta.

Chi paga per le frodi?

Nella maggior parte dei casi, a rimetterci è l’utente:

  • Bonifici: l’89% delle perdite è a carico del cliente
  • Prelievi ATM: 51%
  • Carte: 31%
  • Moneta elettronica: 40%

È evidente che con i bonifici, soprattutto istantanei, il margine di recupero è minimo: una volta fatto, il pagamento non si può bloccare.

Cosa succede dal 9 ottobre 2025

Una delle novità più importanti è che, dal 9 ottobre 2025, entrerà in vigore un nuovo obbligo: le banche dovranno verificare in tempo reale che il nome del beneficiario corrisponda all’IBAN inserito nel bonifico, sia istantaneo che tradizionale. Se c’è un’anomalia, dovranno segnalarla prima che il pagamento venga autorizzato. Una misura utile per evitare truffe in cui il truffatore cambia l’IBAN del destinatario.

I consigli per non farsi fregare

Anche con tutte le misure tecniche, il primo livello di difesa sei tu. Ecco alcune semplici regole:

  • Non dare mai dati sensibili per telefono o via email.
  • Se ricevi un messaggio sospetto dalla banca, non cliccare su link o allegati.
  • Controlla bene l’IBAN prima di fare un bonifico, soprattutto se si tratta di un fornitore o un conto nuovo.
  • Se qualcosa ti sembra strano, meglio fermarsi e chiedere conferma.

Fonte: Banca d’Italia

Foto di Pete Linforth da Pixabay